Il progetto
I partner
L'organigramma
Le sperimentazioni
Elenco dei casi pilota
Descrizione
Punti di forza
Rapporti ambientali
Le linee guida
News
Eventi
Utilità
Mappa del sito
Home Page
|
Emilia-Romagna - Piani Strutturali Comunali in forma Associata - Associazione Intercomunale Bassa Romagnola
Emilia-Romagna - Piano Strutturale Comunale (PSC) - Comune di Bertinoro
Liguria - Area Campione del Piano Energetico Ambientale Regionale
Liguria - Specificazione d'Ambito del Piano Territoriale Regionale
Lombardia - Variante Generale del Piano Regolatore Generale del Comune di Arluno
Lombardia - Piano Regolatore Generale del Comune di Madesimo
Piemonte - Piano Regolatore del Comune di Chieri
Piemonte - Piano Regolatore del Comune di Grugliasco
Toscana - Piano Regionale di Sviluppo Economico
Toscana - Piano di Coordinamento della Provincia di Prato
Valle d'Aosta - Piano Regionale delle Acque
Andalucía - Plan General de Ordenación Urbana de Palma del Río
Catalunya - Plan para la Gestión Integrada de Zonas Costeras de Cataluña
Murcia - Plan de Desarrollo Sostenible y Ordenación de los Recursos Naturales de la Comarca Noroeste de la Región de Murcia
Emilia-Romagna - Piani Strutturali Comunali in forma Associata - Associazione Intercomunale Bassa Romagnola |
Regione
|
Regione Emilia - Romagna
|
Denominazione piano o programma
|
Piano Strutturale Comunale in forma associata
|
Livello
|
x strategico x strutturale attuativo
|
Istituzione competente
|
Associazione Intercomunale Bassa Romagnola (provincia di Ravenna)
|
Punti di forza
1. Analisi di coerenza
Molte scelte di piano avvengono nel solco delle previsioni sovraordinate, dovendosi confrontare con logiche e razionalità ambientali e territoriali elaborate alla scala appropriata (solitamente regionale o provinciale, ma talvolta anche nazionale e comunitaria, come nel caso delle grandi infrastrutture di comunicazione). Si è allora ipotizzato che taluni indicatori - poiché riconducibili sostanzialmente alla verifica della coerenza delle scelte di piano con i quadri conoscitivi e le disposizioni elaborate ai livelli superiori - assumessero una forma semplificata, del tipo check list. Gli indicatori di tipo “checklist” assumono generalmente valori altrettanto semplici, ossia di tipo logico (SI/NO). Naturalmente, essendo la ValSAT concepita come interna al processo di piano, in caso di risposta negativa la Scelta di piano non va necessariamente incontro a bocciatura, ma intraprende un iter di modifica - sempre passando per una serie di condizioni alternative di tipo si/no - che tengano conto:
- da una parte della possibilità che il quadro conoscitivo elaborato a livello locale riveli, in quanto più dettagliato e aggiornato, una situazione territoriale e ambientale diversa da quanto acquisito al livello della pianificazione sovraordinata, e che dunque sia quest'ultimo livello amministrativo a dover adeguare le proprie decisioni a quanto emerso al livello locale, attivando le procedure previste dagli artt. 13 e 14 della legge 20/2000 in merito alla costruzione di “un quadro conoscitivo condiviso del territorio e dei conseguenti limiti e condizioni per il suo sviluppo sostenibile”;
- dall'altra della possibilità di modifica e integrazione progettuale dell'azione di piano rivelatasi incompatibile, fino a renderla effettivamente compatibile e dunque dotata dei requisiti per intraprendere la ValSAT.
Entrambi i casi sono, a ben vedere, espressivi dei compiti più alti della valutazione, se intesa come procedura contestuale alla formazione del piano. Si noti, inoltre, che l'insieme degli indicatori provenienti dai piani sovraordinati può coincidere con una sorta di verifica preliminare all'ammissibilità dell'azione di piano alla ValSAT. Gli indicatori relativi alla coerenza interna sono volti a misurare la correttezza delle scelte di piano rispetto a criteri di tecnica urbanistica consolidata. Essi consistono di domande, (indicatori formato “checklist”), ferma restando la piena competenza del PSC a non tenere conto di eventuali esiti negativi della stessa (possibilmente in virtù di giustificazioni chiare), trattandosi appunto di una verifica “interna” e non indotta da norme o piani sovraordinati.
2. Valutazione e confronto tra alternative di piano o programma
Tra le numerose scelte di PRG ancora non attuate e relative a insediamenti produttivi, sono stati scelti tre insiemi di interventi, in realtà non alternativi tra di loro, ma che sono stati ipotizzati come tali per verificare le capacità del modello valutativo di evidenziare le performance degli scenari. I tre sistemi di interventi si differenziano principalmente per la scelta localizzativa che li contraddistingue. Il primo caso consiste in un vasto nuovo insediamento (solo per metà posizionato rispetto ai collegamenti viari (è vicino a uno svincolo autostradale) e ferroviari. Il secondo è un ampliamento di un'area già edificata e destinata ad attività produttive. Il terzo è costituito da interventi di completamento all'interno dell'area stessa. Ciascuno di questi insiemi di interventi, singolarmente, è stato posto in relazione con l'attuale sistema viario e ferroviario. I singoli interventi raggruppati nelle tre alternative (scelte) sopra descritte sono stati valutati attraverso la seguente metodologia. Per ciascuna alternativa è stata redatta una “scheda di scelta” sulla base di un format preimpostato per tipologia di scelta di piano e fornito dal modello valutativo. Ciascuna scheda di scelta riporta l'elenco delle schede obiettivo da utilizzare per la valutazione della scelta di piano (vale a dire degli obiettivi correlati alla scelta stessa) e contiene, inoltre, i seguenti elementi: sintetica descrizione della tipologia di scelta, dati e informazioni relative alla scelta anche reperiti dagli strumenti di pianificazione vigenti, calcolo dei valori degli indicatori, anche accompagnati da grafici riassuntivi, giudizio descrittivo delle prestazioni della scelta rispetto ai diversi indicatori, possibili misure di mitigazione degli impatti individuati. Per ciascuno degli obiettivi correlati alla scelta è previsto l'utilizzo di una scheda obiettivo (fornita dal modello valutativo) nella quale sono elencati gli indicatori da utilizzare perché in grado di esprimere la capacità della scelta di raggiungere l'obiettivo stesso. La “scheda obiettivo” presenta quindi gli indicatori utilizzati per valutare il raggiungimento dell'obiettivo, nonché la descrizione delle ipotesi e dei modelli matematici utilizzati per il calcolo dei valori. In particolare per ciascun indicatore, al variare della scelta vengono calcolati i valori assunti al tempo iniziale T0 e al momento di realizzazione del piano Tpsc; si definisce inoltre il Grado di Riduzione della Pressione (GRP) che l'indicatore è in grado di misurare. I valori T0 e Tpsc assumono il significato di grado di soddisfazione del fenomeno che l'indicatore esprime e, per tale ragione, sono compresi tra 0 e 1 (vedi scheda sperimentazioni 13.2.2). I valori attribuiti agli indicatori utilizzati, dopo essere stati riportati nelle schede di scelta, vengono raccolti all'interno della Matrice ValSAT, che presenta la massima informazione disponibile circa la relazione tra scelte e il livello di raggiungimento degli obiettivi, rappresentato mediante i valori degli indicatori. Rispetto a ciascuna scelta, collocata sulle colonne, la matrice riporta infatti i valori di tutti gli indicatori sulle righe, raggruppati in base al legame con i diversi obiettivi. Il contenuto della matrice ValSAT, assieme alle schede di scelta e alle schede obiettivo, viene poi presentato ai decisori politici che effettuano una scelta tra le alternative. L'elaborazione di tale materiale ha il pregio di permettere di tenere traccia di tutti i passaggi effettuati e costituisce dunque una base per la ripercorribilità. Nel caso specifico, l'esito del processo di valutazione indica che la terza scelta di “completamento” fornisce capacità prestazionali più elevate per un maggior numero di obiettivi di piano. Questo risultato è ben rappresentato dal grafico che compara i Tpsc delle tre scelte per tutti gli obiettivi prestazionali. La scelta è tuttavia demandata al decisore politico che, ai sensi della vigente legislazione regionale, assume decisioni in una “conferenza di pianificazione” (ancora in corso) a cui partecipano tutte le istituzioni interessate.
|
up ^^
|
Emilia-Romagna - Piano Strutturale Comunale (PSC) - Comune di Bertinoro |
Regione
|
Regione Emilia - Romagna
|
Denominazione piano o programma
|
Piano Strutturale Comunale (PSC)
|
Livello
|
x strategico x strutturale attuativo
|
Istituzione competente
|
Comune di Bertinoro (provincia di Forlì Cesena)
|
Punti di forza
1. Modelli di valutazione ambientale
La valutazione del PSC di Bertinoro è stata effettuata in una fase in cui le scelte di piano (azioni) erano state definite solo tramite un documento preliminare ed elaborati cartacei con la localizzazione degli interventi, scontando quindi una significativa carenza di informazioni relative alle scelte di piano stesse. Ciò nonostante si è affrontata la valutazione di alcune di esse, considerate particolarmente significative per tipologia, localizzazione e funzione sul territorio. Il primo passaggio è stato l'apertura delle schede di scelta (o dossier valutativi) a partire dai format forniti dal modello per ciascuna tipologia di azione. I risultati sono stati riportati nelle schede stesse e nella matrice ValSAT per le successive elaborazioni (vedi Scheda sperimentazioni 13.2.1). Il Rapporto Ambientale prodotto in seguito alla valutazione è costituito da una serie di “Dossier Valutativi” contenuti nelle Schede di Scelta, uno per ciascuna scelta valutata. I dossier sono aggregabili per alternative di piano: essi presentano così la descrizione degli effetti dell'intero piano invece che delle singole azioni che lo compongono.
2. Indicatori
La definizione dei Campi di Reperimento degli Indicatori (CRI) è stata l'indispensabile passaggio dal sistema di obiettivi specifici al sistema di indicatori effettivamente in grado di verificarli. I Campi di reperimento degli indicatori e, di conseguenza, gli indicatori utilizzati, sono stati classificati nei seguenti tre Tipi:
- tipo “S” - Indicatori di conformità a piani e norme di livello Sovraordinato;
- tipo “I” - Indicatori di coerenza interna alla formazione del PSC;
- tipo “O” - Indicatori Organici al PSC, derivanti da obiettivi di sostenibilità condivisi a livello internazionale possibilmente declinati a livello locale, ossia espressivi di piani (piano disinquinamento acustico, piano urbano del traffico, ecc.) e norme di livello coordinato al PSC (e dei quali il PSC stesso può assumere la valenza).
Tale differenziazione tipologica consente di razionalizzare l'attività di valutazione delle scelte di piano grazie alla massimizzazione del patrimonio di opzioni già espresse, e dunque di ridurre al minimo le operazioni che richiedono il reperimento di nuovi dati. In questo senso si parla di indicatori “orientati”, ovvero che riflettono direttamente le scelte strategiche operate a livello comunale, oltre che a riflettere gli obiettivi ambientali e territoriali che la regione si è data. Tutti gli indicatori utilizzati dal modello sono stati espressi anzitutto in forma di checklist. Gli indicatori di Tipo “O” (in parte tratti dalle principali raccolte internazionali, in parte elaborati nell'ambito dello studio, anche con l'ausilio dei suggerimenti forniti da ARPA Emilia Romagna) sono stati impostati in modo da poter esprimere il fenomeno che rappresentano non tanto in termini assoluti (in sé poco significativi e soprattutto difficilmente comparabili) ma in termini di “grado di soddisfazione” di quell'obiettivo che l'indicatore è chiamato a esprimere. Per essere espressi in unità monodimensionali anziché fisiche è stato individuato, per ciascun indicatore, un valore ottimale raggiungibile. Il valore che si prevede che l'indicatore raggiunga a piano attuato è stato rapportato al valore ottimale espresso in una scala tra 0 e 1, corrispondendo a 1 il grado di perseguimento massimo dell'obiettivo di riferimento. I valori ottimali possono esprimere talvolta volontà politiche degli amministratori e possono essere definiti anche con il contributo di esperti, chiamati a esprimere un parere tecnico che tenga conto della specifica realtà locale. La valutazione di una scelta di piano avvalendosi di un indicatore di tipo “O” genera la produzione di tre valori:
- T0 è il valore dell'indicatore al tempo zero ed esprime il grado di soddisfazione allo stato attuale;
- Tpsc è il valore dell'indicatore al tempo di attuazione del PSC ed esprime il grado di soddisfazione che verrà raggiunto;
- GRP è il Grado di Riduzione della Pressione che l'indicatore è in grado di misurare.
Gli indicatori possono essere poi pesati (peso compreso tra 0 e 1), consentendo così al decisore (l'amministrazione comunale) di esprimere le preferenze in merito agli obiettivi prioritari di sviluppo da perseguire. Aggregando gli indicatori attraverso i pesi ciascuna scelta può dunque essere caratterizzata attraverso un unico valore, compreso tra 0 e 1, che ne rappresenta la sostenibilità complessiva.
3. Valutazione e confronto tra alternative di piano o programma
La valutazione e il confronto delle alternative di piano è stata effettuata a partire dalla redazione di una matrice che mette a sistema gli obiettivi con le scelte di piano e, successivamente, gli obiettivi con i settori sensibili. I dati riepilogati in matrice sono:
- le risposte “SI/NO” relative agli indicatori di tipo “S” e “I”
- i dati T0, Tpsc e GRP relativi agli indicatori di tipo “O”.
Attraverso l'utilizzo di istogrammi è possibile evidenziare le diverse capacità prestazionali delle scelte di piano, non solo in termini assoluti (Tpsc), ma anche attraverso l'analisi del grado di riduzione della pressione, associata all'obiettivo che l'indicatore esprime.
|
up ^^
|
Liguria- Area Campione del Piano Energetico Ambientale Regionale |
Regione
|
Regione Liguria
|
Denominazione piano o programma
|
Area Campione del Piano Energetico Ambientale Regionale
|
Livello
|
strategico x strutturale attuativo
|
Istituzione competente
|
Regione Liguria
|
Punti di forza
1. Analisi del contesto
Scopo dell'analisi iniziale è stato quello di definire il quadro conoscitivo dell'area oggetto della sperimentazione, attraverso le seguenti modalità:
- ricognizione del quadro pianificatorio vigente, attraverso l'analisi del Piano Energetico Ambientale Regionale, con particolare riferimento all'individuazione delle aree campione per l'utilizzo sostenibile della biomassa e agli interventi previsti in termini di utilizzo a scopi energetici della biomassa, strettamente legati ad aspetti integrati sul territorio quali manutenzione del bosco, prevenzione del dissesto idrogeologico e prevenzione degli incendi;
- consultazioni effettuate tramite incontri tecnici con operatori legati all'utilizzo della risorsa legno presso la Comunità Montana Alta Val Bormida, rappresentanti politici dei governi comunali e imprenditori locali coinvolti nello sfruttamento della filiera bosco-energia;
- elaborazione di un modello di data-base utile in fase di raccolta delle informazioni e dei dati necessari per l'analisi del territorio oggetto della sperimentazione, con particolare attenzione ai vincoli presenti sull'area campione. Le fonti consultate per la raccolta di tali informazioni sono state essenzialmente i Piani Territoriali Regionali e Provinciali e Locali resi disponibili dalla Regione Liguria (Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Savona, il Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico, il Piano Regionale di Previsione, Prevenzione e Lotta attiva contro gli incendi boschivi e il Piano Regionale di Sviluppo Rurale e il Piano di Sviluppo socio-economico della Comunità Montana);
- georeferenziazione dei dati ambientali attraverso un sistema GIS. Le elaborazioni hanno riguardato la creazione di diverse carte tematiche. Le fonti consultate per la realizzazione delle carte tematiche sono il Sistema informativo Regionale, le Carte Tecniche Regionali, la Carta Forestale dello Stato, la Carta dell'uso suolo e Bionaturalistica, la Carta Corine, il PTCP, il SITAR (PTR) e il progetto Ecozero.
La georeferenziazione svolta ha permesso inoltre la creazione di un nuovo layer informativo ottenuto dalla digitalizzazione di dati provenienti dal “Piano delle aree industriali ed ecologicamente attrezzate” contenente anche informazioni sulla presenza di attività produttive a carattere industriale e aziendale nell'ambito dell'area oggetto di sperimentazione. Attraverso l'utilizzo di questo prodotto è stato possibile confrontare e sovrapporre livelli informativi differenti, cogliendo immediatamente possibili relazioni fra le diverse informazioni in possesso ed evidenziare zone con particolare criticità. Infine sono state associate alle diverse geometrie le relative tabelle informative, che potranno essere aggiornate nel tempo. Ulteriore elaborazione dei dati è stata effettuata evidenziando, mediante checklist, le potenzialità/opportunità del sistema di riferimento (contesto territoriale, ambientale e socioeconomico) e le sensibilità/criticità/rischi del sistema (analisi SWOT).
2. Valutazione e confronto tra alternative di piano
Il metodo utilizzato per confrontare le alternative di piano individuate è il “Dashboard” ideato da un gruppo di ricercatori dell'Institute for Sustainable Development e nato con lo scopo di integrare le tre sfere (ambiente, economia e società) che incidono sullo sviluppo sostenibile. Anche se tale strumento presenta alcuni limiti, per la Regione Liguria ha rappresentato un approccio innovativo nel processo di valutazione delle alternative di piano. Questo strumento ha infatti la capacità di rendere immediato il risultato di una analisi territoriale, ed è in grado di valutare come il territorio può reagire allo svolgimento di una politica su di esso. Il Dashboard formula bilanci ambientali della situazione esistente (lo stato al tempo zero: T0) e degli scenari futuri (stato al tempo n: Tn e al tempo n+1:Tn+1), generati sia dalla realizzazione delle azioni di Piano, sia dalle trasformazioni territoriali indotte dalle logiche di sviluppo dei singoli scenari, permettendo di mantenere la ricchezza informativa senza sintetizzare necessariamente tutto in un unico numero. Il risultato finale che questo software produce è detto “Indice Sintetico di Compatibilità”, che può essere gestito come un indicatore “alternativo” rispetto all'oramai obsoleto concetto di PIL. Per sua natura infatti considera criteri strategici di sostenibilità non solo ambientale ma anche socio-economica, evidenziandolo come un possibile indicatore di benessere. Punto di forza dell'utilizzo di questo strumento è stato quindi quello di pervenire a un indicatore di benessere non solo ambientale, ma di sviluppo globalmente sostenibile, in grado di tener conto delle multidimensionalità del problema esaminato e in grado di rendersi utile in fase di supporto per l'orientamento politico. In sintesi il Dashboard, permettendo un'immediata lettura delle problematiche analizzate, consente di facilitare le azioni d'indirizzo a livello strategico e di governo.
|
up ^^
|
Liguria- Specificazione d'Ambito del Piano Territoriale Regionale |
Regione
|
Regione Liguria
|
Denominazione piano o programma
|
Specificazione d'Ambito del Piano Territoriale Regionale
|
Livello
|
strategico x strutturale attuativo
|
Istituzione competente
|
Regione Liguria
|
Punti di forza
1. Partecipazione/consultazione
La sperimentazione è stata articolata in quattro fasi principali:
- verifica dello stato dell'arte sui meccanismi di partecipazione per individuare le modalità e gli strumenti da applicare nella sperimentazione;
- coinvolgimento dei portatori di interesse;
- attivazione delle modalità di partecipazione;
- definizione degli strumenti di verifica dell'efficacia delle modalità partecipative sperimentate.
Durante la prima fase è stata condotta una rassegna di esperienze selezionate e classificate, dalla quale è emerso che non esiste a priori uno strumento più efficace di altri: tutti hanno una validità rispetto agli obiettivi che una comunità decide di perseguire. I soggetti portatori di interessi sono stati individuati tra quelli che partecipano alla costituenda STU a regia comunale, che dovrebbe comprendere alcuni soggetti pubblici o a prevalente capitale pubblico con i quali sono già stati attivati positivi contatti (es. Società Autostrade dei Fiori S.p.A., Società di gestione del servizio ferroviario dello Stato, ecc.). I soggetti privati sono invece rappresentati dai privati proprietari delle aree interessate, i gestori del centro commerciale, coloro che possono proporre la trasformazione e gestione del complesso pubblico degli ex macelli attraverso operazioni di project financing, oltre a un importante istituto di credito. Le modalità partecipative si possono estrinsecare appieno attraverso la partecipazione alla STU. Allo scopo di effettuare una sperimentazione sul campo, utile per verificare la validità dello strumento prescelto, la STU, e approfondire il tema della partecipazione nell'ambito del processo di definizione delle scelte che incidono sul sistema di trasformazione di un'area, sono state redatte due schede/questionario strutturate e specificatamente orientate. L'impostazione data alle schede è articolata ma di semplice lettura e si compone prevalentemente di domande dirette seguite da alcune ipotesi di risposta 'chiusa' e mira a offrire uno strumento omogeneo di rilevazione e nel contempo fornire elementi di approfondimento e sensibilizzazione in chiave ambientale per gli attori coinvolti. L'obiettivo perseguito è di prefigurare e promuovere relazioni collaboranti fra attori di tipo istituzionale e altri attori territoriali, in un'ottica di sviluppo locale autosostenibile. Oltre ai soggetti istituzionalmente coinvolti nella conferenza di indirizzo e ai proprietari delle aree, rappresentati sia da soggetti pubblici o a prevalente capitale pubblico sia da proprietari privati, sono stati identificati altri soggetti direttamente interessati all'iter decisionale dell'intervento, in quanto operatori economici potenzialmente attivi, referenti di alcune associazioni cooperativistiche del settore edile e di associazioni di categoria sportive e commerciali con attività da ricollocare in zona. La prima scheda/questionario è stata orientata quindi ad acquisire informazioni sui soggetti individuati come portatori di interesse e costituisce anche un primo momento di verifica sulla propensione dei soggetti a un intervento consapevole. Il secondo questionario predisposto è stato redatto per poter effettuare un’esperienza di partecipazione allargata e rivolto all'utenza abitativa attuale e potenziale individuata. I dati acquisiti dalla sezione A del questionario, relativa all'indagine sull'utenza abitativa, hanno consentito di analizzare ed elaborare informazioni sulla propensione abitativa della popolazione coinvolta e di acquisire informazioni utili per ricondurre a un momento unitario la molteplicità degli interessi e delle situazioni derivanti da una proprietà immobiliare estremamente frazionata e spesso differenziata per situazioni sociali ed economiche, al fine di:
- poter effettuare una prima valutazione sotto il profilo socio-economico dell'utenza abitativa attuale e potenziale;
- stabilire quale sia l'onere finanziario eventualmente sopportabile dall'utente nell'ipotesi di acquisto o ristrutturazione dell'immobile e il grado di utilizzo delle unità edilizie che li ospitano;
- definire, in prima approssimazione le necessità e la consistenza della nuova popolazione insediabile, fermo restando, quale obiettivo primario, la necessità di mantenere gli attuali residenti, senza innescare meccanismi tendenti alla loro espulsione, in particolare per i residenti abusivi della zona;
- poter individuare in che misura deve essere concentrato l'intervento pubblico, la proprietà in forma cooperativa e dei privati, per prefigurare un ventaglio di soluzioni tali da soddisfare le differenti richieste, sia sul piano delle scelte progettuali e della propensione abitativa emergente, sia su quello del reperimento delle più idonee risorse finanziarie, da coniugare con gli indirizzi di sostenibilità che si vogliono imprimere all'intervento.
I risultati dell'indagine relativa alla sezione B del questionario, inerente i temi dell'ambiente e della partecipazione, hanno consentito di effettuare alcune prime valutazioni analizzando gli ostacoli e i punti di vista sull'ecologia urbana, per favorire lo sviluppo di soluzioni ambientalmente sostenibili e la praticabilità di un coinvolgimento per definire nuove idee per future iniziative a livello locale, evidenziando così che esiste un diffuso interesse sui temi ambientali, ma manca senz'altro un’adeguata informazione e formazione. La consapevolezza che questi tipi di interventi richiedano una necessaria ridefinizione dell'intero processo edilizio, che veda la partecipazione e il pieno coinvolgimento degli utenti finali, ha orientato anche una verifica sulla effettiva disponibilità a una pratica di partecipazione da parte della popolazione coinvolta, al fine di garantire l'accordo e l'impegno dei cittadini: il 40% degli intervistati si è dichiarato interessato a fornire un contributo diretto per definire sia lo sviluppo futuro dell'area in cui vive sia di alcune zone significative della città, con una disponibilità a effettuare incontri di tipo partecipativo con una frequenza media settimanale per oltre il 22% e mensile per il 18%. Il monitoraggio sull'efficacia delle modalità partecipative sperimentate potrà essere attivato solo nelle fasi successive del processo, essendo state individuate modalità quali gli accreditamenti da parte dell'utenza coinvolta alle manifestazioni pubbliche e alle iniziative mirate.
|
up ^^
|
Lombardia - Variante Generale del Piano Regolatore Generale del Comune di Arluno |
Regione
|
Regione Lombardia
|
Denominazione piano o programma
|
Variante Generale del Piano Regolatore Generale del Comune di Arluno
|
Livello
|
strategico strutturale x attuativo
|
Istituzione competente
|
Comune di Arluno
|
Punti di forza
1. Effetti sulle procedure
La VAS sperimentale ha svolto anche il compito di verifica e controllo del rapporto con altre procedure implicanti valutazioni ambientali, indicando al progetto di piano e all'amministrazione strade per una integrazione delle azioni istituzionali da prevedere. Nello specifico del Comune di Arluno, dovranno essere previsti un rapporto RIR (Rischio d'Incidente Rilevante) ai sensi del D.M. 9.5.2001 e probabilmente una Relazione di Incidenza ai sensi della Direttiva Habitat. Entrambe le procedure di valutazione ambientale si muoveranno a partire dall'analisi ambientale svolta nell'ambito della procedura di VAS, che ha messo in evidenza le principali caratteristiche ambientali del territorio; esse approfondiranno poi i temi specifici relativi ai propri ambiti di competenza.
2. Analisi del contesto
Un punto affrontato è stato quello relativo alla corretta definizione dell'ambito spaziale da adottare per le analisi, le valutazioni, le proposte di azione. Nello specifico si trattava di valutare se limitare il lavoro strettamente all'interno del territorio comunale, o se invece considerare anche gli spazi extracomunali esterni (che in teoria possono appartenere a Province o addirittura Regioni e Stati differenti). Per quanto riguarda l'analisi degli aspetti ambientali e territoriali per il caso specifico del Comune di Arluno, è stato evidente che non avrebbe avuto senso una sua limitazione al solo territorio comunale, poiché molti dei condizionamenti alle scelte di piano derivano da cause esterne (il nuovo polo fieristico, l'Alta Capacità ferroviaria, il ruolo di Malpensa). Anche le valutazioni di merito (qualità e criticità attuali e indotte) sono necessariamente state sia interne sia esterne al livello comunale. Un aspetto critico approfondito è stata la definizione degli elementi sensibili spazializzabili, nel momento in cui si passa dagli elementi di carattere generale (i grandi obiettivi teorici) a quelli concretamente riscontrabili sul territorio. A tal fine lo strumento utilizzato è stata una specifica lista di controllo per le aree sensibili, quella riportata nel Quaderno di Valutazione Ambientale - Strumenti 2003/4 dell'Associazione Analisti Ambientali. L'analisi delle sensibilità di area vasta ha utilizzato e tradotto le informazioni derivanti dal Sistema Informativo Regionale, in primis quelle di tipo G.I.S. estrapolabili all'intero livello regionale. Sulla base della lista di controllo (eventualmente integrata laddove se ne ravveda l'esigenza) si individuano le sensibilità presenti sul territorio comunale, opportunamente caratterizzate nella loro individualità.
3. Monitoraggio dello stato dell'ambiente e monitoraggio del piano o programma
Nella VAS il campo forse prioritario in cui utilizzare il termine “indicatore” è quello che si traduce nel riscontro sugli effetti del piano attraverso le attività di monitoraggio. In tal senso lo studio ha consentito di riconoscere tre categorie principali di indicatori:
- indicatori-descrittori presenti in liste nazionali/internazionali per i quali è prevista un'applicazione diffusa;
- indicatori-descrittori previsti da enti intermedi per un governo coordinato del territorio; in particolare quelli legati al PTCP;
- indicatori-descrittori direttamente associabili alle azioni di piano, che rendono conto quantitativamente delle trasformazioni indotte.
Dato l'elevatissimo numero teorico degli indicatori precedenti, lo studio ha adottato una procedura di selezione che distingue:
- gli indicatori direttamente monitorabili dal Comune su base annuale, fondamentalmente quelli usati per la caratterizzazione delle azioni e la definizione dei target;
- gli indicatori direttamente monitorabili dal Comune su base pluriennale (es. 2-3 anni);
- gli indicatori monitorabili presumibilmente e da soggetti esterni (ARPA ecc.) o sulla base di studi specifici, da promuovere e considerare nelle Relazioni sullo Stato dell'Ambiente.
Tra gli indicatori “esterni” di valore generale si sono proposti i seguenti:
- Riferimenti per lo sviluppo sostenibile del Consiglio Europeo di Barcellona 2002;
- DG Ambiente, Commissione europea - terza conferenza europea sulle città sostenibili, Hannover, Germania, 9-12 febbraio 2000 - gruppo di lavoro sulla misurazione, il monitoraggio e la valutazione della sostenibilità locale, gruppo di esperti sull'ambiente urbano;
- Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia (Del CIPE 2.8.2002).
|
up ^^
|
Lombardia - Piano Regolatore Generale del Comune di Madesimo |
Regione
|
Regione Lombardia
|
Denominazione piano o programma
|
Piano Regolatore Generale del Comune di Madesimo
|
Livello
|
strategico strutturale x attuativo
|
Istituzione competente
|
Comune di Madesimo
|
Punti di forza
1. Definizione degli obiettivi
Non si è fatta alcuna distinzione tra obiettivi esogeni ed endogeni, anche se è stata verificata la coerenza tra gli obiettivi del PRG di Madesimo e gli obiettivi di strumenti sovraordinati, che in generale sono stati recepiti. L'analisi ambientale è servita sia a verificare e a rimodulare gli obiettivi di piano, sia a integrare fra loro questi ultimi al fine di considerare alcuni aspetti che non erano stati debitamente trattati, vedi per esempio la tutela del contesto paesistico dell'abitato di Montespluga in seguito al miglioramento della sua accessibilità. Gli obiettivi sono stati proiettati rispetto al tempo di validità del piano, che in questo caso è stato considerato decennale, e sono stati verificati tenendo conto dei caratteri dei diversi ambiti del territorio di Madesimo. Inoltre, è stato predisposto uno schema obiettivi-strategie traguardi - indicatori al fine di poter verificare nel tempo il grado di raggiungimento di ciascuna strategia e del relativo obiettivo.
2. Indicatori
Al fine di effettuare la valutazione in itinere, è stato necessario predisporre i riferimenti per il monitoraggio degli indicatori relativi agli interventi più significativi e per favorire una prima strutturazione della base conoscitiva territoriale dell'Ente comunale, visto che i dati relativi al territorio di Madesimo non sono strutturati secondo alcuno schema concettuale. Pertanto, le informazioni elaborate nel Rapporto Ambientale sono state riferite allo schema DPSIR, in modo che esse potranno facilmente essere implementate in uno schema logico nel momento in cui l'ufficio tecnico deciderà di adottare tale strumento per la loro gestione. Per ciascun impatto significativo è stato individuato un fattore di valutazione, da cui è stato derivato un insieme di indicatori coerente con lo schema DPSIR; tale insieme di indicatori è stato trattato all'interno di un'unica scheda, relativa al fattore di valutazione di riferimento, allo scopo di mantenere l'unitarietà delle relazioni informative, dei criteri valutativi e dei giudizi (si veda la scheda “Definizione operativa degli obiettivi e degli indicatori che li misurano”). Inoltre, per i fattori di valutazione riferiti a traguardi che derivano da azioni finalizzate alla tutela ambientale, sono stati proposti degli indicatori di efficacia della capacità di tali azioni di rispondere ai relativi obiettivi. Infine, per aumentare la trasparenza dei caratteri delle informazioni utilizzate, per ciascun fattore di valutazione è stata indicata la qualità, giudicata in termini di attendibilità e rappresentatività, e la completezza delle informazioni disponibili, le difficoltà incontrate nella loro raccolta, le fonti di dati esistenti e di quelli raccolti e il relativo supporto, che può essere cartaceo o digitale.
3. Analisi territoriale di dettaglio
Le analisi di dettaglio hanno riguardato la valutazione dei rischi territoriali, la valutazione degli effetti degli interventi sul paesaggio, la valutazione del consumo di suolo e la valutazione della sostenibilità territoriale delle espansioni insediative. La valutazione dei rischi territoriali è stata effettuata in modo coerente con i procedimenti delle analisi del rischio, che prevedono la stima del rischio sulla base dei fattori di pericolosità, di vulnerabilità e di esposizione, ed è stata incentrata soprattutto sul rischio di valanghe poiché esse potrebbero interessare le nuove espansioni insediative. La valutazione degli effetti degli interventi sul paesaggio è stata effettuata applicando il metodo regionale dell'esame dell'impatto paesistico a ciascun ambito territoriale interessato da una zona di espansione significativa. La valutazione del consumo di suolo ha comportato una stima della superficie di suolo edificabile, in modo da poter confrontare quanto si intende utilizzare con quanto si può fare in modo sostenibile. La valutazione della sostenibilità territoriale delle espansioni insediative ha comportato la costruzione di una carta delle idoneità localizzative e il suo confronto con le espansioni previste dal PRG al fine di individuare eventuali situazioni di inidoneità.
|
up ^^
|
Piemonte - Piano Regolatore del Comune di Chieri |
Regione
|
Regione Piemonte
|
Denominazione piano o programma
|
Piano Regolatore del Comune di Chieri
|
Livello
|
strategico strutturale x attuativo
|
Istituzione competente
|
Comune di Chieri
|
Punti di forza
1. Partecipazione/consultazione
Dopo l'adozione della Delibera Programmatica (dicembre 2002) si è dato luogo a una fase di partecipazione che si è articolata in un percorso di consultazione secondo la procedura di Agenda 21 per luoghi e per temi, nell'ambito della quale il Comune ha sollecitato i cittadini a presentare istanze relative alla progettualità diffusa. Nell'ambito del Forum civico di Agenda 21 è stata attivata la fase di concertazione e progettazione partecipata che ha permesso di focalizzare gli obiettivi e le azioni di sostenibilità confluite poi nel documento del Piano di Azione e nel Documento di Indirizzo per la revisione del Piano. Il Forum ha svolto le sue attività di concertazione attraverso l'attivazione dei seguenti gruppi tematici: Pianificazione territoriale; Ambiente (Rifiuti e Piano Urbano del Traffico); Educazione Ambientale e Piano di zona e Sviluppo Economico. Il gruppo di lavoro Pianificazione Territoriale ha lavorato principalmente sul Documento di Indirizzi e Obiettivi relativi alla revisione generale del Piano Regolatore Vigente adottato con Delibera C.C. n°124 del 2/12/02. L'obiettivo è stato di passare da una prima individuazione dei temi e dei problemi, quale quella descritta nel documento programmatico del Comune, all'individuazione dei contenuti di piano attraverso la partecipazione, attraverso il confronto delle esigenze degli attori sociali per la ricerca di soluzioni condivise ai problemi, tenuto conto delle risorse disponibili.
2. Analisi territoriale di dettaglio
Attraverso le informazioni del SITAR, le analisi dell'Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente IPLA s.p.a. (carta dell'uso del suolo in scala 1:10.000) e del Comune di Chieri (studio di valorizzazione e tutela della componente agroecosistemica) è stato possibile restituire in modo dettagliato lo stato di fatto del territorio comunale. Il C.S.I. (Consorzio per il Sistema Informativo) ha realizzato attraverso tecniche GIS le seguenti cartografie tematiche: Carta delle fasce altimetriche scala 1:25.000, Carta delle valenze naturalistiche scala 1:25.000, Carta delle componenti ambientali scala 1:25.000, Carta dei beni archeologici e architettonici e dei sentieri storici scala 1:25.000, Carta dei beni ambientali naturali sottoposti a tutela scala 1:25.000, Carta dell'uso del suolo e degli allevamenti agricoli scala 1:10.000, Carta sui beni culturali ambientali e sui percorsi storici scala 1:10.000. L'utilizzazione di tecniche di sovrapposizione cartografica (map overlay) ha permesso di evidenziare le peculiarità del territorio comunale da un punto di vista ambientale, storico e paesaggistico, e di fornire un supporto alla valutazione delle alternative di piano.
3. Stima degli effetti ambientali
La Variante al P.R.G. prevede alcuni interventi di espansione del costruito sul territorio agricolo periurbano, in particolare:
- la realizzazione di una nuova strada tangenziale al centro abitato;
- nuove espansioni industriali, artigianali, commerciali, residenziali e di attrezzature di servizio;
- interventi di forestazione e di rinaturalizzazione di spazi agricoli periurbani.
Per questa ragione il PRG di Chieri è apparso come studio particolarmente interessante, per sperimentare gli indicatori dell'impronta urbanistica sul paesaggio periurbano e per valutare eventuali ipotesi di mitigazione degli impatti. Sono state ipotizzate tre alternative di piano in relazione al completamento della tangenziale:
- alternativa di piano A: la tangenziale; prevede la realizzazione di una nuova strada a due corsie: il tracciato è previsione del PRGC;
- alternativa di piano B: la tangenziale con mitigazioni e compensazioni a effetti plurimi; prevede l'aggiunta di due fasce laterali boscate di 30 metri di ampiezza combinate con una duna di terra;
- alternativa di piano C: oltre alla tangenziale, caratterizzata da misure di mitigazione, è previsto un insieme di espansioni urbanistiche (destinazioni d'uso residenziali, industriali, artigianali, terziarie) secondo quanto previsto dal PRGC. La tangenziale è accompagnata da misure di mitigazione più consistenti di quelle previste dall'alternativa B: oltre alla fasce laterali boscate sono infatti presenti interventi di forestazione e rinaturalizzazione degli spazi agricoli periurbani.
Sulle tre alternative di piano è stato calcolato l'intero insieme di indicatori dell'impronta urbanistica (si veda ) per verificare gli impatti sul paesaggio periurbano.
|
up ^^
|
Piemonte - Piano Regolatore del Comune di Grugliasco |
Regione
|
Regione Piemonte
|
Denominazione piano o programma
|
Piano Regolatore del Comune di Grugliasco
|
Livello
|
strategico strutturale x attuativo
|
Istituzione competente
|
Comune di Grugliasco
|
Punti di forza
1. Partecipazione/Consultazione
Il Comune di Grugliasco ha avviato tra il 1999-2000 un processo di A21 Locale chiamato G.I.O.I.A 21, in cui sono previste forme innovative di coinvolgimento della popolazione. Per ottenere una partecipazione vasta è stato istituito il Forum di Borgata, concentrato soprattutto sui temi della qualità dell'aria e delle aree verdi su cui il Comune ha predisposto uno specifico Piano Strategico. Una delle finalità dell'A21 è quella di promuovere la progettazione condivisa degli spazi verdi, di agevolare la collaborazione della cittadinanza alla loro manutenzione, promuovendo nuove forme di gestione. A questo scopo è stata condotta un'analisi dettagliata sullo stato delle aree verdi comunali, che ha permesso di individuare gli elementi su cui promuovere ipotesi di miglioramento da discutere con la popolazione. Con il contributo fornito da A21, per la gestione del Piano Strategico è stato studiato un apposito sistema di monitoraggio basato su una serie di indicatori per la valutazione della funzionalità e della qualità degli spazi verdi pubblici, ripresi e affinati per la fase di sperimentazione sul PRG.
2. Indicatori
Per la valutazione dello stato di fatto l'ARPA Piemonte ha calcolato il Bilancio Ambientale Territoriale (B.A.T.) utilizzando una serie di indicatori specifici in conformità al modello DPSIR: insediamenti abitativi, tipologie di coltivazioni, allevamenti, strade, aree produttive e impianti. Le determinanti (driving forces) e le pressioni individuate dal B.A.T. e la loro distribuzione spaziale sono state rappresentate sulla base di tre modelli matematici:
- un modello cartografico per la rappresentazione e la definizione delle aree di influenza delle determinanti e delle pressioni, ovvero la localizzazione delle Unità di Carico Ambientale (L.U.C.A.) e l'individuazione delle loro zone di influenza potenziale;
- un modello per la rappresentazione cartografica degli impatti sulla componente biodiversità ovvero BIOMOD;
- un modello per la rappresentazione degli impatti potenziali sulla componente salute pubblica (I.P.S.).
Il Politecnico di Torino-Osservatorio Città Sostenibili ha applicato l'indice di qualità ambientale dello spazio residenziale, basato sui seguenti indicatori: qualità ambientale del contesto delle unità fondiarie abitative; qualità ambientale del contesto dei servizi scolatici di base e degli spazi verdi pubblici; accessibilità ai servizi scolastici di base e accessibilità agli spazi verdi pubblici. Gli indici sono stati calcolati con l'ausilio di uno specifico database georeferenziato in scala 1:2.000 con unità di riferimento spaziale rappresentata dall'unità fondiaria. Il database è implementato utilizzando un apposito software, ESRI Arcview, di gestione dei sistemi informativi territoriali, relazionato al software di gestione MS Access, e a un software di calcolo, MS Excel. L'output finale è costituito da cartografie rappresentative dei valori degli indicatori e dati sotto forma di tabelle o di grafici.
3. Analisi di coerenza
Dopo aver concluso la fase di studio e di approfondimento del PRG, si è proceduto alla verifica di congruità tra obiettivi di piano e azioni previste, attraverso l'analisi di coerenza interna. Questo tipo di analisi permette di rilevare eventuali contraddizioni o punti di debolezza del piano. A questo scopo è stata costruita una matrice in cui sono stati incrociati gli obiettivi generali e specifici con le rispettive azioni divise in categorie (servizi, agricoltura, industrie…), in modo da capire le strategie del Piano e fare le prime valutazioni. La lettura della matrice obiettivi-azioni ha consentito di evidenziare le principali finalità del Piano e di orientare la scelta dell'insieme di indicatori per il monitoraggio del Piano. Gli effetti potenziali delle azioni di Piano sono stati poi analizzati attraverso la costruzione di due matrici specifiche per l'individuazione degli impatti diretti e indotti. Lo studio degli impatti ha permesso di fare una prima valutazione qualitativa della compatibilità ambientale delle azioni previste dal Piano. L'analisi di coerenza ha rilevato le possibili criticità ambientali conseguenti all'attuazione del PRG e ha messo in luce i principali effetti delle trasformazioni urbane sull'agroecotessuto.
|
up ^^
|
Toscana - Piano Regionale di Sviluppo Economico |
Regione
|
Regione Toscana
|
Denominazione piano o programma
|
Piano Regionale di Sviluppo Economico
|
Livello
|
x strategico strutturale attuativo
|
Istituzione competente
|
Consiglio Regionale
|
Punti di forza
1. Negoziazione/Concertazione
È stato previsto un tavolo di concertazione, che ha avuto luogo durante il periodo di elaborazione del piano, il quale ha avuto almeno tre stesure successive, significativamente diverse:
- fra la prima (novembre 2003) e la seconda (dicembre 2003), introducendo una maggiore attenzione al quadro europeo (politiche per le Piccole Medie Imprese, Fondi strutturali, allargamento a Est, condivisione e sostegno dell'economia della conoscenza), un'assunzione del fattore ambientale nell'ottica del valore-opportunità, una più chiara determinazione degli obiettivi, delle politiche e obiettivi di settore e delle linee di intervento;
- fra la seconda e la terza (gennaio 2004), con l'intento di sottolineare la concertazione (governance cooperativa), oltre che le norme contrattuali riguardanti l'ambiente di lavoro, il ruolo centrale della Provincia nell'elaborazione dei programmi integrati previsti fra le azioni, la necessità di cooperare (Università, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Imprese e Pubblica Amministrazione) per dar vita a uno “Spazio regionale della ricerca e dell'innovazione”, la crisi della domanda e la conseguente necessità di potenziare la promozione e l'internazionalizzazione.
La negoziazione/concertazione ha riguardato anche temi ambientali (in particolare, aria, acqua, rifiuti) e ha visto la presenza di soggetti interessati quali le autorità ambientali (es. l'Autorità Ambientale Regionale per i regolamenti comunitari) e le Associazioni Ambientaliste.
2. Analisi di coerenza
La motivazione dell'aggiornamento 2004-2005 del PRSE risiede dichiaratamente nell'adozione del nuovo PRS 2003-2005, oltre che nella strategia europea adottata al Vertice di Lisbona del 2000. La coerenza esterna del PRSE è stata valutata rispetto a due documenti-guida: la Risoluzione n.31 del 22/10/2003 del Consiglio Regionale della Toscana, contenente gli indirizzi per l'aggiornamento del Piano Regionale di Sviluppo Economico (PRSE), e il nuovo PRS 2003-2005. Con riferimento al documento di indirizzo del Consiglio Regionale la coerenza risulta rispettata nel richiamo agli obiettivi strategici del vertice di Lisbona che si esprimono, per esempio, attraverso la promozione dell'adesione volontaria ai sistemi di certificazione ambientale da parte del mondo imprenditoriale. Il “Programma integrato Competitività dei territori e delle imprese” presente all'interno del PRS evidenzia un ruolo cruciale in relazione al meta-obiettivo del PRS “Vivere bene in Toscana”, che si realizza programmaticamente attraverso lo sviluppo della conoscenza (teorica e contestuale) e dell'innovazione, in un quadro di coesione sociale e di pari opportunità; esso presuppone il criterio direttore della sostenibilità ambientale, economica e sociale (come derivante dal vertice di Göteborg), e pone alla base dell'attività del governo regionale i principi del federalismo, della governance cooperativa e della concertazione. Le azioni strategiche nel PRS sono tutte qualificate dall'innovazione, che dal punto di vista dell'ambiente si configura come un superamento della sua visione vincolistica, sottolineandone il valore-opportunità nei confronti del posizionamento competitivo sui mercati, in coerenza con gli impegni di Kyoto. L'orientamento all'ambiente si concretizza a livello delle politiche di settore, per esempio con riferimento al turismo, per il quale il contesto “di qualità” costituisce un'importante esternalità positiva, comprendendo anche i costi di certificazione aziendale (a livello di singola azienda e, eventualmente, di territorio). Sono inoltre previste specifiche misure di finanziamento destinate al miglioramento delle prestazioni ambientali delle PMI, in particolare per l'adesione al regolamento comunitario EMAS. Nel PRSE sembra inoltre rispettato il principio di coerenza interna, per quanto riguarda il raccordo tra strategie, obiettivi, misure e azioni.
|
up ^^
|
Toscana - Piano di Coordinamento della Provincia di Prato |
Regione
|
Regione Toscana
|
Denominazione piano o programma
|
Piano di Coordinamento della Provincia di Prato
|
Livello
|
x strategico strutturale attuativo
|
Istituzione competente
|
Provincia di Prato
|
Punti di forza
1. Analisi di coerenza
- Coerenza esterna - Analisi di piani e progetti sia generali che di settore contenuta nel quadro conoscitivo. Il PTC considera in particolare le interferenze con quattro piani di settore (dei rifiuti, energetico, dei servizi, del trasporto pubblico). Il risultato dell’analisi di coerenza esterna deriva dalla sovrapposizione delle relazioni tra obiettivi e risposte (vincoli sovraordinati, piani e programmi di settore, accordi e intese). Il coefficiente di coerenza delle relazioni è calcolato valutando la sovrapposizione delle discipline che concorrono al conseguimento degli obiettivi del piano.
- Coerenza interna - Affinata dopo l'adozione nell'ambito della definizione del processo valutativo. È la relazione esistente fra gli obiettivi e le prescrizioni, indirizzi, azioni (capisaldi di verifica del piano: costituiscono il contenuto normativo del piano, che rende l'obiettivo coerente con il quadro conoscitivo e con le scelte di sviluppo, esplicito per la definizione di scenari di piano operativi e per definire le relazioni con gli altri strumenti). Al fine di effettuare l'analisi di coerenza attraverso strumenti GIS è stata creata una banca dati completamente informatizzata. Essa ha permesso di elaborare il quadro conoscitivo del PTC, di creare un archivio permanente, di utilizzarlo per la valutazione degli effetti e per il monitoraggio e di metterlo a disposizione dell'osservatorio provinciale sulla pianificazione. Attualmente l'accessibilità al pubblico dei dati conoscitivi e progettuali è totale e completamente gratuita, grazie alla creazione di un sito web. Le risorse inserite in archivio sono quelle definite dalla Direttiva Comunitaria 2001/42/CE e quelle definite dal Piano di Indirizzo Territoriale Regionale (PIT) toscano. Si effettua così la valutazione degli effetti sulle risorse, degli obiettivi e delle prescrizioni, mediante:
- la definizione tramite indicatori ambientali dello stato di ogni singola risorsa;
- il confronto tra lo stato di ogni risorsa, lo stato delle tutele in atto o in programma (vincoli, piani sovraordinati e norme di tutela del PTC) e gli obiettivi;
- la definizione degli effetti (positivi, negativi o nulli) su ogni singola risorsa e quindi su tutte le risorse ambientali considerate.
Il sistema creato permette quindi di valutare anche la coerenza interna dell'impianto normativo (valutazione delle connessioni tra obiettivi e prescrizioni) e la coerenza esterna degli obiettivi rispetto ai vincoli e piani sovraordinati.
2. Monitoraggio dello stato dell'ambiente e monitoraggio del piano o programma
Il sistema di monitoraggio, definito ad hoc dal piano, non è valutabile perché sarà attivato nella fase gestionale, appena avviata. Esso prevede il monitoraggio dello stato dell'ambiente e degli effetti ambientali di piano sulle tipologie di risorse definite dalla Direttiva 2001/42/CE e il monitoraggio del conseguimento degli obiettivi relazionati alle tre tipologie di risorse del Piano d'Indirizzo Territoriale Regionale toscano. È prevista la creazione di un osservatorio provinciale permanente sulla pianificazione dislocato presso l'ufficio del PTC e volto al monitoraggio del piano e alla verifica dell'efficacia delle sue prescrizioni. Esso è responsabile della redazione di una relazione biennale sullo stato della pianificazione provinciale da trasmettere alla Regione. È inoltre responsabile dell'aggiornamento del quadro conoscitivo di PTC anche sulla base degli elementi elaborati dal Sistema Informativo Territoriale provinciale. Essendo un progetto da realizzarsi non può essere valutato se non nella sua formulazione, che appare significativamente definita entro l'apparato normativo e quindi cogente per le azioni programmatiche dell'ente.
|
up ^^
|
Valle d'Aosta - Piano Regionale delle Acque |
Regione
|
Regione Autonoma della Valle d'Aosta
|
Denominazione piano o programma
|
Piano Regionale delle Acque
|
Livello
|
x strategico strutturale attuativo
|
Istituzione competente
|
Regione Autonoma Valle d'Aosta
|
Punti di forza
1. Comunicazione / informazione
Per consentire un monitoraggio aggiornato dell'applicazione del piano e allo stesso tempo integrare le banche dati necessarie alla gestione del piano stesso è opportuno prevedere la realizzazione di un sistema informativo che permetta l'implementazione in continuo delle informazioni utili e la conseguente elaborazione degli indicatori a esse collegati. Lo strumento sarà utilizzato per i rapporti periodici di monitoraggio e sarà la base di riferimento per l'individuazione di eventuali azioni correttive. Il sistema sarà composto da tutte le banche dati e cartografie GIS utilizzate per la redazione del piano e per l'elaborazione degli indicatori individuati dal programma di monitoraggio e dalle valutazioni risultanti. Queste informazioni potranno poi essere utilizzate attraverso diverse chiavi di lettura. Si propone un’articolazione in due livelli territoriali e in un livello gestionale. Ogni livello contiene un insieme di informazioni utili per la scala di dettaglio del livello stesso, riguardanti corsi d'acqua, laghi e zone umide, sorgenti, falde, alla scala territoriale considerata. Tutti i livelli hanno indicazioni attinenti al piano in termini di obiettivi generali, specifici, linee di azione, progetti, monitoraggio, utili per l'obiettivo conoscitivo del livello stesso. Il passaggio da un livello all'altro deve essere estremamente agevole e devono poter essere attivate tutte le cartografie desiderate. L'accessibilità al sistema informativo potrà essere graduata a seconda dell'utente: da un semplice accesso alle informazioni generali e ai quadri valutativi all'elaborazione di semplici indicatori sull'esempio di quanto fatto dall'Agenzia Europea per l'Ambiente per l'utente di internet con la possibilità di inserimento di nuovi dati ed elaborazione di indicatori, carte e valutazioni specifiche per i gestori diretti del piano.
2. Costruzione dello scenario di riferimento
Nel tentativo di superare l'incertezza che caratterizza l'evoluzione nel tempo del contesto in cui si inserisce il piano, si è deciso di considerare contemporaneamente tre ipotesi di scenario di riferimento, corrispondenti a tre modalità di utilizzo della risorsa. Le ipotesi sono proiettate al 2016, data di riferimento per la programmazione nazionale della qualità delle acque (D. lgs. 152/99: uno scenario tendenziale, che si proietta in un futuro dove i trend attuali si mantengono stabili; uno scenario di massima tutela e uno di massimo utilizzo. Le tre ipotesi di scenario di riferimento prendono in considerazione le stesse determinanti (driving forces) e sono caratterizzate dalle variabili ambientali e socioeconomiche a esse riferibili attraverso l'uso di alcuni, pochi, indicatori. La scala degli scenari di riferimento è quella regionale. Nell'elaborazione del piano si deve fare in modo che gli obiettivi specifici e le azioni del piano stesso siano tali da produrre effetti accettabili sull'ambiente anche nel caso in cui si verifichi uno scenario diverso da quello ritenuto tendenziale.
3. Stima degli effetti ambientali
Per consentire un'efficace stima degli effetti si è costruito un insieme di indicatori, costituito da un indice sintetico di qualità ecosistemica, da uno di pressione e da uno che integra i due precedenti per evidenziare le condizioni di criticità. La definizione dell'insieme di dati utili e le relative informazioni sono state effettuate appositamente per questo caso studio, anche se sono numerosi i lavori riguardanti gli indici sintetici di valore, pressione e criticità. Per l'applicazione degli stessi si rende necessaria un'informazione garantita da un insieme di dati georeferenziati di tipo territoriale e ambientale, sufficientemente aggiornati e raccolti su tutto il territorio considerato. Gli indicatori sono stati utilizzati anche nell'ambito dell'analisi del contesto di piano: l'elaborazione di tutti gli indicatori e la relativa rappresentazione cartografica ha consentito di avere una visione d'insieme dello stato ambientale del bacino idrografico, evidenziando le porzioni di territorio che richiedono interventi gestionali sinergici per garantire la tutela dell'esistente o il recupero delle condizioni più alterate. Il sistema risulta applicabile ai settori strategici e attuativi dei piani e programmi. Il punto di forza di questo strumento è rappresentato dalla georeferenziazione delle valutazioni e dalla relativa facilità di elaborazioni degli indicatori a partire da insiemi di dati e indicatori descrittivi. In tal modo sarà più agevole anche il monitoraggio dell'attuazione del piano e l'analisi dei principali processi trasformativi.
|
up ^^
|
Andalucía - Plan General de Ordenación Urbana de Palma del Río |
Regione
|
Junta de Andalucia
|
Denominazione piano o programma
|
Plan General de Ordenación Urbana de Palma del Río (Córdoba)
|
Livello
|
strategico strutturale x attuativo
|
Istituzione competente
|
Junta de Andalucia
|
Punti di forza
1. Integrazione della dimensione ambientale nel piano o programma
Discussione teorica sul significato di sostenibilità ambientale, concetto molto vicino alla discussione sulla diminuzione dell'impronta ecologica del sistema in esame, in questo caso il sistema urbano di Palma del Rìo. È stata progettata l'introduzione di questo concetto nei processi di elaborazione del piano urbanistico attraverso l'applicazione, nelle fasi di elaborazione delle strategie di Piano, dei seguenti principi di sostenibilità urbana:
- riduzione del consumo di risorse;
- necessità di abitazioni ;
- mobilità, accessibilità e creazione di contiguità;
- tipologie edilizie;
- razionalizzazione dei sistemi generali (reti di approvvigionamento e contiguità relative alle dotazioni e ai servizi alla popolazione);
- abitabilità e qualità urbana.
L'inclusione del principio di sostenibilità in questi processi di pianificazione urbanistica trova un supporto normativo nella nuova Legge Urbanistica dell'Andalusia (LOUA), nel cui articolato i riferimenti al concetto di sostenibilità trovano ampia rappresentazione. L'obiettivo principale è stato supportare, nella teoria e nella pratica, l'integrazione della sostenibilità nelle fasi di elaborazione del piano.
2. Definizione degli obiettivi
Un'enfasi particolare è stata posta sulla definizione degli obiettivi del Piano, data la fermezza con la quale si è insistito sulla necessità di includere l'obiettivo di sostenibilità ambientale tra gli obiettivi fondamentali di piano. Con questo si è riusciti a rispettare il principio di coerenza esterna, dato che i documenti di pianificazione territoriale di livello superiore (fondamenti e indirizzi di pianificazione territoriale regionale) e le diverse strategie (cambiamenti climatici, sviluppo sostenibile, strategia territoriale europea) insistono sull'importanza di fare riferimento al concetto di sostenibilità in materia di pianificazione urbanistica. In questo senso sono state analizzate alcune delle strategie di sviluppo della città presenti nei documenti urbanistici già elaborati al fine di dotare il Piano della necessaria coerenza interna. In questo senso, sono state proposte modifiche alle strategie originali del Piano, basate sul contenimento della crescita urbana, sulla localizzazione di alcune dotazioni future e di nuove aree produttive e sulla progettazione di schemi di mobilità e abitabilità basati sulla riduzione del traffico motorizzato nelle strade di aree prevalentemente residenziali. Le proposte e le alternative sono state analizzate tramite modelli logici, in funzione del loro legame con i criteri di sostenibilità.
3. Indicatori
Sono stati utilizzati schemi concettuali basati su approcci ecosistemici al sistema urbano. In questo modo si raggiunge una comprensione complessiva del rapporto tra il sistema urbano e l'ambiente, dato che il primo ottiene dal secondo tutte le risorse che utilizza in forma diretta (materiali, energia, acqua) e indiretta (deposito di rifiuti, equilibri naturali, etc.) Il modello logico utilizzato è fondato su uno schema di funzionamento ecosistemico del sistema urbano, basato sull'identificazione di indicatori di modello-flusso-qualità. Questo costituisce lo scheletro primario del sistema degli indicatori attraverso il quale vengono svolte le analisi sul sistema urbano, ed è utilizzato anche per delineare le linee di indirizzo urbanistiche ed il loro successivo monitoraggio. Considerata la scarsità di informazioni a una scala tanto ridotta, si sono incontrate difficoltà nella raccolta delle informazioni necessarie. Tale scarsità di informazioni è stata sottolineata nell'ambito della sperimentazione sul Piano Regolatore Generale di Palma del Rìo. I gruppi di indicatori hanno incluso:
- indicatori di flussi in entrata: indicatori di consumo delle risorse (energia, consumo di suolo etc.);
- indicatori di flussi in uscita: rimozione dei rifiuti (emissioni atmosferiche e acustiche, perdite di acque di scarico e produzione di rifiuti urbani;
- indicatori di flussi di ricircolo: riutilizzo e riciclo di materiali (percentuali di riciclato);
- indicatori di modello: relativi al modello urbano prescelto e alla integrazione dei criteri di sostenibilità nell'urbanistica, nell'edilizia, nella mobilità e nei sistemi generali;
- indicatori di qualità ambientale: lo stato dell'ambiente e delle risorse (immissioni di gas e rumore, stato di qualità delle acque, etc.).
È stato utilizzato questo schema come struttura principale del sistema di indicatori, anche nelle fasi di diagnosi e monitoraggio. L'informazione disponibile è stata organizzata in questo modo per poter disegnare delle strategie urbanistiche incentrate sulla struttura del modello di città proposto (urbanistica architettura, mobilità e sistemi generali) e che si rifletteranno negli indicatori di modello. In questa maniera, quelle strategie saranno in grado di avvicinarsi e integrare i criteri di sostenibilità. Mediante lo schema di indicatori proposto è possibile ottenere un adeguato monitoraggio e valutare le proposte di Piano una volta che queste siano state messe in atto. Tutto questo senza perdere di vista gli ambiti che il sistema urbano sfrutta in qualità di consumatore di risorse e produttore di rifiuti. Un miglioramento delle performance ambientali del modello urbano, prodotto dall'applicazione delle misure proposte, potrà essere valutato attraverso il monitoraggio dell'andamento degli indicatori di flusso (diminuzione dei consumi, aumento dell'efficienza, riduzione nella produzione di rifiuti, aumento dei flussi di ricircolo) e della qualità ambientale (miglioramento dello stato delle risorse ambientali mediante la diminuzione dei flussi contaminanti).
|
up ^^
|
Catalunya - Plan para la Gestión Integrada de Zonas Costeras de Cataluña |
Regione
|
Generalitat de Catalunya
|
Denominazione piano o programma
|
Plan para la Gestión Integrada de Zonas Costeras de Cataluña
|
Livello
|
x strategico strutturale attuativo
|
Istituzione competente
|
Departamento de Medi Ambiente
Departamento de Política Territorial y Obras Públicas
|
Punti di forza
1. Integrazione della dimensione ambientale nel piano
L'obiettivo del PEGIZC, fondamentalmente di carattere ambientale, è tale per cui non è possibile disgiungere l'elaborazione del piano dalla sostenibilità ambientale. Pertanto, più che di integrazione ambientale si può parlare di coincidenza degli obiettivi generali. Così la diagnosi del PEGIZC fornisce una valutazione ambientale della situazione attuale della costa. La selezione delle alternative e le proposte di piano sono sviluppate a partire dall'esame delle implicazioni ambientali di questa diagnosi. La sua attuazione permetterà di effettuare una prima valutazione complessiva degli aspetti ambientali chiave delle aree litorali catalane. Posta a confronto con tutti i piani e progetti che si sviluppano lungo la costa catalana, la metodologia utilizzata per l'elaborazione di questo piano è caratterizzata da un approccio integrato. Il PEGIZC è quindi un piano che coordinerà e faciliterà l'integrazione della dimensione ambientale in tutti i piani, programmi o progetti che sono sviluppati lungo il litorale, utilizzando i differenti strumenti chiave appositamente predisposti : l'osservatorio di sostenibilità, il forum per la partecipazione, l'unità amministrativa di coordinamento, il sistema di finanziamento e la base legislativa.
2. Base di conoscenza comune
Il PEGIZC, come il nome stesso indica, è un piano tipicamente strategico e per questo motivo la sua principale funzione consiste nel dare coesione e coerenza a tutte le decisioni e le azioni relative alle zone costiere (politiche, leggi, piani, programmi, progetti, interventi, etc.). Per raggiungere questo intento il PEGIZC si è strutturato attorno alla costruzione di una base di conoscenza comune in continua evoluzione durante lo sviluppo di tutte le fasi del piano. Questa base di conoscenza è stata denominata “Osservatorio della sostenibilità del litorale” ed è stata sviluppata durante la fase di redazione del piano in sette livelli informativi e di conoscenza corrispondenti ai setti temi principali del piano. Questo osservatorio è allo stesso momento lo strumento essenziale per il monitoraggio della realizzazione del piano, così come dell'insieme dei piani, programmi, progetti e interventi che hanno luogo lungo la costa catalana. Quindi il monitoraggio dello stato dell'ambiente e il monitoraggio del piano si realizzano allo stesso tempo nell'ambito dell'osservatorio, struttura garante della trasparenza e del raggiungimento degli obiettivi generali.
3. Partecipazione
La partecipazione di differenti attori e portatori di interesse che operano nell'area litorale ha costituito uno degli aspetti caratteristici della elaborazione del PEGIZC. Il nome stesso del piano include il termine “gestione integrata” che si riferisce, oltre che ai differenti temi o componenti, all' integrazione degli attori coinvolti. L'esito di qualsiasi attività di gestione del litorale presuppone la partecipazione degli attori che su di esso intervengono. Per esempio, considerando il settore pubblico, nell'ambito del litorale confluiscono le competenze delle amministrazioni a tutte le scale (da quella locale a quella internazionale): per esempio, fanno capo a differenti amministrazioni la pianificazione territoriale, la pianificazione urbanistica, la regolamentazione del traffico marittimo e la lotta contro l'erosione. D'altra parte anche la partecipazione del settore privato risulta decisiva. In questo ambito il mondo accademico, il mondo economico e professionale nonché il mondo associativo forniscono un contributo fondamentale per il PEGIZC. La partecipazione fornisce al piano dati e conoscenze, porta alla selezione delle proposte che possono essere considerate complessivamente migliori e che trovano consenso per la realizzazione del piano. Dall'inizio della elaborazione del PEGIZC sono stati utilizzati diversi strumenti e metodologie per rendere più agevole il processo di consultazione, partecipazione e negoziazione. Il PEGIZC ha aperto canali telematici per l'informazione e la partecipazione e ha organizzato 4 giornate di lavoro aperte al pubblico orientate alle amministrazioni, a professionisti, alle imprese e alla società civile. A queste giornate sono intervenuti più di 500 partecipanti, provenienti da 250 organizzazioni differenti. In una fase più avanzata del piano, sono stati organizzati dei tavoli tematici sull'erosione dei litorali, il ciclo dell'acqua, la biodiversità e i settori strategici. Nelle differenti sessioni di ciascun tavolo tematico (4 sessioni per tavolo) si sono confrontati sul tema specifico esperti, responsabili di amministrazioni e altri attori direttamente implicati. Quindi, il PEGIZC è il riflesso delle volontà di molte persone e organizzazioni che condividono un obiettivo centrale: invertire la tendenza naturale dovuta all'intervento dell'uomo, in definitiva modificare la percezione sociale della costa catalana, tenendo presente che cosa verrà consegnato alle generazioni future ed essendo gestori responsabili di un patrimonio ereditato di grande valore.
|
up ^^
|
Murcia - Plan de Desarrollo Sostenible y Ordenación de los Recursos Naturales de la Comarca Noroeste de la Región de Murcia |
Regione
|
Región de Murcia
|
Denominazione piano o programma
|
Plan de Desarrollo Sostenible y Ordenación de los Recursos Naturales de la Comarca Noroeste de la Región de Murcia
|
Livello
|
x strategico strutturale attuativo
|
Istituzione competente
|
Dirección General del Medio Natural
|
Punti di forza
1. Base di conoscenza comune
L'analisi dell'area si sviluppa attraverso una zonizzazione preliminare della Comarca in modo da ottenere un'immagine dettagliata e aggiornata della Comarca relativamente agli aspetti naturalistici e socio-economici. Viene utilizzata una zonizzazione unica per tutti i contenuti informativi del Piano. I cinque ambiti comunali vengono suddivisi in ampie zone, queste sono a loro volta suddivise in unità ambientali. Le unità ambientali formano aree compatte e continue tali da consentire il loro utilizzo al momento di prendere decisioni in materia di pianificazione territoriale e urbanistica. Inoltre esse bene si raccordano alle aree, chiaramente individuabili, a valore paesaggistico e ai confini amministrativi comunali della Comarca. La dimensione delle unità ambientali viene determinata prendendo in considerazione le specificità del territorio, tentando di integrare principi di omogeneità interna con la funzionalità ecologica e socio-economica. Una volta definite le diverse unità ambientali nelle quali si suddivide il territorio e raccolti i dati delle campagne di rilevamento, la cartografia, la bibliografia e le perizie tecniche, tutte le informazioni vengono integrate nella banca dati: un'applicazione informatica che elabora una sintesi di tutti i dati raccolti attribuendoli a ciascuna unità ambientale. La banca dati creata per la Comarca contiene informazioni a carattere ambientale riferite alle unità ambientali. Gli aspetti socio-economici e alcune altre variabili sono resi disponibili a una scala territoriale superiore, dato che al livello di unità ambientali queste non assumono particolare significato. La banca dati contiene inoltre un sistema informativo georeferenziato nel quale confluiscono tutte le informazioni del Piano. L'urbanistica e la pianificazione territoriale, che il piano sviluppa successivamente, sono fondate su tutte queste informazioni raccolte nella banca dati. La metodologia adottata evita le ridondanze in ciascun diverso strato d'informazione georeferenziata e consente un'analisi sintetica delle aree.
2. Partecipazione/consultazione
L'elaborazione del Piano di Sviluppo Sostenibile della Comarca del Nordest comprende l'attivazione di un processo di partecipazione al fine di ricavare e tenere in considerazione le esigenze dei cinque comuni della Comarca così come quelle dei diversi attori sociali ed economici della zona. Il processo di partecipazione si attua parallelamente alla elaborazione propria del Piano. È un processo nel quale la trasparenza è l'aspetto principale. Questo processo consiste nell'analisi e nella discussione delle informazioni e delle azioni che, sotto forma di proposte, il Piano include attraverso tavoli di discussione. Con questo spirito, il Piano è stato presentato ai Sindaci della Comarca e ai tecnici delle cinque amministrazioni comunali. In quest'ultima occasione, si è resa nota l'attivazione del progetto LIFE: Gestione Integrata degli Habitat-Comarca del Nordest. Questo progetto si sviluppa nelle aree proposte come Siti di Importanza Comunitaria, anche se è inquadrato nell'ambito del Piano di Sviluppo Sostenibile e Pianificazione delle Risorse Naturali della Comarca del Nordest. Oltre ai rappresentanti delle amministrazioni, le attività di partecipazione hanno coinvolto diversi attori, quali per esempio rappresentanti di associazioni agricole, di cooperative, di consorzi irrigui e di associazioni ambientaliste. Il processo di partecipazione prosegue con la convocazione dei portatori di interesse socioeconomici della Comarca. Anche nell'ambito del processo di analisi e discussione del documento, chiunque desideri fornire un contributo può farlo per posta elettronica o attraverso l'Ufficio Tecnico predisposto appositamente per il Piano. Il documento di sintesi del Piano è a disposizione del pubblico nella pagina web della 'Consejería' dell'Agricoltura, Acqua e Ambiente.
|
up ^^
|
|